Critici

Carlo Barrese, Toni Bonavita, Gaetano Maria Bonifati, Giovanni De Lucia, Giuseppe Del Vecchio, Giorgio Di Genova, Nino D'Onofrio, Vittorio Esposito, Franco Fano, Giuseppe Fava, Marcello Gamba, Mario Lunetta, Dario Micacchi, Ugo Moretti, Cristina Mosconi, Piero Papini, Enzo Pianelli, Agostino Raf, Vito Riviello, Robertp Rossetti, Antonio Rossi, Raffaella Silvi, Elisabetta Sinopoli.

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Ugo Moretti

.....La visione più lancinante e segreta è quella del “silenzio”. Federico sa che il ripetere una situazione non significa ripetere in diverse angolazioni un tema suggestivo, ma anzi ribadire una posizione, sempre più concreta e sempre più elaborata. Egli sa che, al di là delle apparenze visive, le questioni nodali del mondo: in questa sua essenziale zona, mentale ed estetica, che è la donna, si sviluppano con i suoi conflitti e le sue contraddizioni .....

Dario Micacchi

.....La sensualità più vitale e desiderosa di vita e di liberazione convive con la segregazione, la perdita di identità, la cancellazione.La serenità greca della forma del tragico e il dolcissimo lirismo, fanno la grande originalità pittorica di Federico. Pur non essendo un neometafisico, Federico ha gettato uno scandaglio in quella profondità con questo suo stupefacente ciclo …. Sono esseri umani che hanno perduto anch’essi la loro identità ma che il pittore restituisce loro con una pittura ancora di forma serena, direi ancora di forma greca, restituendo bellezza ai corpi e agli stracci con un colore di una tenerezza e di una luminosità che non appartengonoalla brutale realtà ma all’immaginazione poetica.....

Giuseppe Del Vecchio

.....La pittura di Federico sorge da una profonda esigenza poetica e da un convinto atto di testimonianza che tuttavia non prescindono dai risultati delle avanguardie che hanno concluso – alla fine degli anni ’60 – un importante periodo di sperimentazione.....

Piero Papini

.....Il comportamento egoistico del prossimo paga di delusione il chiudersi in se stessi diventa un atto di autodifesa, uno stimolo di pudore sofferto con forzata quanto angosciosa accettazione. Mai con rassegnazione, con decisione di resa. E’ l’uomo poeta, l’uomo artista che distende le braccia per mettere a nudo la sua volontà, per offrirsi al sacrificio nuovo si trasforma – tenuto a vista dalla stessa donna – in simbolo di olocausto, di capro espiatorio in un incontro pagano che coinvolge la materia – sua natura umana – mentre lo spirito evade in un susseguirsi di percezioni incontenibili e forse indefinibili.....

Mario Lunetta

…….Ieri l’aggressività della prospettiva obliqua esaltava il valore della cellula lasciando libero gioco all’immaginazione del fruitore, oggi la frontalità dell’impianto offre con finta generosità la vista dell’intero organismo, ma in realtà sottrae al riguardante la chiave interpretativa. Operazione curiosamente ambigua: esibire la materia nel momento in cui si occulta il senso, e la materia primaria di Federico è l’eros: il suo segnale dominante, il corpo femminile…….

Vittorio Esposito

.....Il comportamento egoistico del prossimo paga di delusione il chiudersi in se stessi diventa un atto di autodifesa, uno stimolo di pudore sofferto con forzata quanto angosciosa accettazione. Mai con rassegnazione, con decisione di resa. E’ l’uomo poeta, l’uomo artista che distende le braccia per mettere a nudo la sua volontà, per offrirsi al sacrificio nuovo si trasforma – tenuto a vista dalla stessa donna – in simbolo di olocausto, di capro espiatorio in un incontro pagano che coinvolge la materia – sua natura umana – mentre lo spirito evade in un susseguirsi di percezioni incontenibili e forse indefinibili.....

Gaetano Maria Bonifati

…….Un’arte che si rivolge non dunque al paradosso della morte ma al paradosso del possibile come unica realtà della possibilità individuale di vivere e socializzare misteri e segreti personali. Segrete identità che la società vuole occulte non per pudore ma per spudorata falsità a non voler riconoscersi nella sua stessa oscena ignoranza…….